Ne “L’incontro” non c’è la rubrica “Lettere al direttore” che hanno quasi tutti i periodici. Questa rubrica è per me sempre interessante perché esprime gli umori dei lettori più reattivi.
“L’incontro”, molto probabilmente, ha un bacino di lettori molto tranquilli che condividono, in linea di massima, gli orientamenti del settimanale, o si tengono per sé le divergenze! Però almeno tre o quattro volte al mese mi giungono delle lettere con prese di posizione favorevoli e, talora, discordanti.
C’è una signora, dalla scrittura ordinata e di pensiero intelligente, che m’ha scritto più volte. Deve trattarsi di una cara donna, molto probabilmente di una insegnante di filosofia, che con affetto e con garbo mi fa qualche complimento, mi incoraggia, ma nel contempo mi fa qualche osservazione che io accetto di buon grado. Più volte ho affermato che nella Chiesa di Dio io ho svolto sempre la funzione di “manovale”, anche se “per obbedienza”.
Pur avendo per molti anni insegnato alle magistrali, al Pacinotti, al Volta e alle tecniche commerciali, sono ben cosciente di non aver alle spalle un buon apparato culturale e perciò so di essere vulnerabile e so che la mia “impresa giornalistica” è pressoché temeraria. Detto questo, spero però di poter pure dire con umiltà il mio pensiero, pur offrendolo in maniera dimessa.
La signora mi ha fatto due appunti. Il primo: il mio scarso entusiasmo per i filosofi. E’ vero! Talora mi sembrano piuttosto scontate certe verità, cardini del pensiero di certi filosofi. Ad esempio “Tutto scorre”, “Penso, quindi esisto”, “L’uomo è lupo per l’altro uomo”, oppure “L’uomo è una monade senza porte e senza finestre” …!
Ho la sensazione che certi detti dei nostri vecchi siano ben più sensati!
Secondo: Questa signora non comprende la mia “crociata” contro gli atei militanti. E’ pure vero! Sono indignato nei riguardi di taluni di questa categoria che s’impalcano come tanti “padreterno” e che minano “l’innocenza” dei semplici di cuore. Per me la scommessa di Pascal è più che mai valida: “A credere si guadagna sempre; se c’è Dio, il credente ha colpito nel segno; se non ci fosse, il credente sarebbe comunque sorretto nella sua vita dalla certezza di avere lassù uno che l’aspetta e che gli vuol bene. E questo non è poco! L’ateo umile e rispettoso, l’ateo in ricerca, ha però tutta la mia stima e il mio affetto. Quella che mi disturba è la sicumera e la presunzione che certi “atei militanti” pretendono d’avere in tasca tutta la verità.