Due tesori di questo 2010

Un tempo, quando facevo il parroco e mi avvalevo del settimanale “Lettera aperta” per comunicare con i miei parrocchiani, curavo una rubrica che avevo intitolato, in maniera un po’ romantica e sentimentale “I fioretti del 2000”. Questo sull’abbrivio del poverello di Assisi, ma con la differenza che lui era un poeta e un santo, mentre io ero e rimango un povero diavolo; cercavo e pubblicavo tutti quei gesti belli e luminosi che scoprivo qua e là durante la settimana.

La cosa andò avanti per parecchi anni e mi pare fosse accolta con piacere, non so però se facesse anche del bene, e convincesse il prossimo che nella nostra società non tutto è deludente, sporco o, perlomeno, fatuo.

Ora faccio fatica a vedermi col cesto di vimini in braccio a raccogliere, seppur metaforicamente, i fiorellini sul prato della vita. Rimango però sempre voglioso e in ricerca di qualcosa di più consistente, che mi rassicuri che proprio tutto non è perduto e che il mondo reale non è così inconsistente e tragico come ce lo presenta la stampa e la televisione.

Questa settimana ho fatto due begli incontri che mi han fatto veramente del bene. Ho ricevuto la confidenza di un giovane manager che ha lasciato una brillante e lucrosa carriera per accompagnare lungo il percorso di sei anni la sua adorata sposa al “gran passaggio”, poi ha diviso le sue risorse destinandole metà all’unica figlia e metà all’Avapo che aveva curato con amore sua moglie e infine ha deciso di spendere d’ora in poi il suo tempo e la sua professionalità per gli anziani poveri della nostra città.

Il secondo incontro l’ho fatto in preparazione al commiato cristiano di un’anziana signora nostra concittadina. Questa creatura, assistita e sorretta da una sua cugina, che l’ha aiutata a portare a termine il suo progetto, ha lasciato tutto il suo patrimonio in eredità alla stessa associazione Avapo che si avvale di alcuni professionisti e di una novantina di volontari per accompagnare gli ultimi giorni gli ammalati terminali di tumore. Se in questo 2010 non facessi altre scoperte del genere – ma son certo che non sarà così – avrei già scoperto due “tesori”!

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