La grazia di avere ricordi cari e presiosi da ritrovare!

Quest’anno ho vissuto il ferragosto, come ogni domenica, a Mestre, in cimitero, facendo serenamente le cose di sempre. Per me non c’è più bella vacanza di quella passata facendo la vita che mi piace con le persone che amo. Però sto usando termini impropri perché conosco la festa dell’Assunta, non il ferragosto, che non mi piace e che rifiuto.

L’Assunta di quest’anno è stata veramente bella e dolcissima: il cielo fresco e limpido, il sole che ha messo in luce tutte le tonalità del verde appena lavato dalle ultime burrascate, la chiesa gremitissima, il coro dei miei vecchi che ha tirato fuori le note più calde; uno splendido incontro spirituale veramente denso ed appagante.

Nel pomeriggio, dopo il pisolino pomeridiano, seduto nella mia comoda poltrona nel mio alloggio solitario, mi sono lasciato andare per qualche tempo a sognare, riandando a questa festa di mezza estate del mio passato. Mentre le immagini si accavallavano l’una sull’altra, lasciandomi vedere scorci cari ed intimi di tanti anni di vita, ho scoperto che è una grazia possedere dei ricordi così ricchi e così intensi.

Per un istante rividi la piccola cappella a ridosso di Villa Fietta quando, seminarista in vacanza, mi trovavo sulla collina ai piedi del Grappa con i miei compagni e superiori: che festa viva ed esaltante per l’Assunta!

A questa immagine si sovrappose quella di quando ero giovane prete in servizio ai Gesuati, entrai in un ferragosto di più di mezzo secolo fa, nella basilica dei Frari, con la pala del Tiziano illuminata, mentre padre Rizzi, all’organo, tirava giù a piene mani le melodie del paradiso. A questo quadro subentrò quello delle “Assunte” celebrate all’aperto tra i cipressi e la gente, appoggiata sulle lapidi delle tombe, a guardare in alto, per vedere tra i cumuli di nubi bianche la Vergine salire verso la luce celeste.

Poi un susseguirsi rapido di immagini, una più bella dell’altra, inquadrate dai colli asolani a Villa Flangini. Quelle fughe dalla città nel primo pomeriggio, per entrare nel viale fresco e ombroso della villa. La messa con gli ospiti e i tanti amici del coro e della comunità che si erano dati appuntamento nella nostra amata villa, gioiello veramente stupendo. Poi la tavolata infinita con i tavoli imbanditi con grandi piatti di soppressa e di pane cotto a legna nel forno di Asolo. La fiaccolata verso l’eremo francescano di sant’Anna per ringraziare la Madre della Vergine e quindi i canti sulla piazzola verde antistante la chiesetta cara alla Duse e a Grazia Deledda, guardando Villa Flangini illuminata, vera perla tra i colli.

Quanti bei ricordi dell’Assunta! E’ veramente una fortuna e una grazia poter estrarre dal passato ricordi cari e preziosi, ed io ho questa fortuna.

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