L’interminabile e sporca guerra in Afganistan non cessa di sorprendere -escludendo purtroppo i paesi di religione islamica – il mondo intero, con le sue sempre nuove e raccapriccianti crudeltà.
Ho impresse nella memoria alcune scene tristi ed emblematiche degli orrori di questa guerra. Ricordo l’immagine terrificante di un bambino talebano che, circondato da una cerchia di loschi figuri con strani turbanti in testa, sgozza con un lungo coltello un prigioniero. Era un esempio di lezione della scuola di crudeltà che educa le nuove generazioni di fanatici per il prossimo futuro.
Un’altra immagine mi rimane impressa nella memoria e nella coscienza, quella di una bimbetta nuda che corre in mezzo alla strada, mentre le bombe americane al napalm bruciano la desolata terra del Vietnam. O quella del ragazzino ebreo con le mani alzate e gli occhi atterriti cacciato dalle SS in un vagone merci, verso un lager nazista, per morire in una camera a gas.
Sono i momenti in cui mi affiora alla memoria una frase del filosofo Spinoza, che ai tempi del liceo mi suonava strana ed incomprensibile: “Homo, homini lupus”, l’uomo, lupo famelico nei riguardi degli altri uomini, ma che ora vedo espressa da queste immagini.
Purtroppo in qualche parte recondita di quella splendida e meravigliosa creatura che è l’uomo, s’annida pure la bestia spietata e feroce. Guai lasciarla uscire!
Queste tristissime immagini mi sono riaffiorate alla memoria nella dolce estate che ho goduto nel mio piccolo guscio domestico al “don Vecchi”, nella cornice di una bellissima tavolozza di verdi – del prato e degli alberi -, di azzurro del nostro bellissimo cielo e di rossi, bianchi, oro e di mille altre varietà di colori degli oleandri e degli ibiscus giganti del nostro parco.
La notizia dell’ultima crudeltà mi è arrivata improvvisa e lugubre, come una chiazza nera, in quella realtà dolce e rasserenante: una decina di medici volontari impegnati in quel tragico Paese lontano, sono stati uccisi, solamente perché avevano portato con sé la Bibbia, a supporto della loro scelta di fede e scelta di fare del bene in un mondo tanto tragico e crudele.
Di primo acchito ho sentito la tentazione di invocare la bomba atomica per annientare il male oscuro e tragico del fondamentalismo islamico, fautore di terrorismo e di barbarie riconducibili solamente alla memoria di molti secoli fa.
Poi però ho pensato che anche noi cristiani, secoli fa, abbiamo commesso gli stessi efferati misfatti contro gli ugonotti, i catari, gli ebrei, le streghe, gli eretici e tanti altri e gli stessi mussulmani. E mi sono ricordato la risposta di Gesù ai dipendenti che volevano estirpare la gramigna dal campo di grano. Dio evoca a sé il giudizio, perché quello degli uomini è sempre fazioso e partigiano.