Un “fioretto” fortunato

Recentemente ho avuto, a Villa Querini, un colloquio quanto mai importante per la vita del “Don Vecchi”, con il dirigente che è il responsabile dell’amministrazione comunale per quanto concerne l’assistenza agli anziani.

Non eravamo soli, perché ognuna delle due parti era accompagnata da una piccola delegazione di tecnici: iI funzionario del comune dalla dottoressa Corsi, che credo sia il tecnico più preparato e soprattutto più appassionato di questo problema; da parte mia avevo il ragionier Candiani, che da una quindicina di anni vive le problematiche del Centro, e dalla signora Cervellin, che fino a poco tempo fa ha guidato tutto il personale infermieristico dell’Ospedale dell’Angelo, donna di una logica stringente, accompagnata da una calda familiarità.

Il motivo del contendere: il mantenimento, quanto più a lungo possibile nella residenza protetta, degli anziani in perdita di autonomia. Io a sostenere che senza personale adeguato la cosa era impossibile, il rappresentante del Comune preoccupato della situazione finanziaria del Comune, non certamente rosea, pur sapendo che per ogni anziano al “Don Vecchi”, il Comune eroga un euro e venticinque centesimi al giorno, mentre in casa di riposo la spesa è di 50 euro più 50 della Regione.

Io ho premesso che andavo all’appuntamento nel convincimento e con la volontà di cercare assieme una soluzione possibile. Il “duello” è avvenuto armati ambedue di “fioretto”, ma muniti di corpetto e di visiera, perché in ambedue c’era l’intenzione di non “ferire” l’altro.

Ci fu un “assalto”, però sempre corretto, ma deciso. Credo che se dovessi dare un punteggio, dovrei dire che l’incontro si è risolto alla pari; ognuno, credo che sia rimasto soddisfatto di come ha portato avanti le sue tesi e di certo nessuno ha arretrato di un millimetro. Ambedue abbiamo portato avanti le nostre tesi, convinti di dover raggiungere il meglio e il possibile. Alla fine entrambi abbiamo delegato i tecnici a tradurre in numeri e in cifre l’operazione comune.

Al momento in cui annoto nel diario quest’incontro, non sono in grado di misurare gli obiettivi raggiunti o meno; di certo il discorso sulle dimore protette per anziani ha fatto un passo avanti ed io e il dottor Gislon ci siamo conosciuti meglio come persone che non mollano facilmente, ma che dialogano, magari in maniera dura, ma onesta.

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