Un bell’incontro!

Qualche giorno fa due sposi di mezza età sono stati accompagnati nel mio minuscolo alloggio al “don Vecchi” perché avevano deciso di sottoscrivere due azioni della Fondazione Carpinetum per la costruzione del nuovo Centro di Campalto.

Ho capito immediatamente che essi erano due affezionati e fedeli lettori de “L’incontro” e perciò, vedendo la listerella settimanale dei sottoscrittori dei “Bond Paradiso”, avevano deciso di partecipare alla benefica impresa sottoscrivendo due azioni, pur essendo lui ormai in pensione da qualche anno.

Questi due cristiani praticanti hanno una strana posizione a livello parrocchiale. Abitano nel territorio di una data parrocchia, frequentano la catechesi della più numerosa scuola di catechismo della diocesi, quella de “L’incontro”, alla quale partecipano ogni settimana quattromila alunni (veramente, a sentire alcuni esperti del settore i lettori del periodico sarebbero anche tre-quattro volte tanto il numero di copie stampate) e vanno a messa nella parrocchia di don Roberto, mio fratello minore, a Chirignago.

La strana “vita ecclesiale” di questi due coniugi, che poi mi hanno motivato le loro scelte religiose, m’ha fatto capire che la gente non va dove le norme canoniche e le pretese dei parroci vorrebbero e non è attratta dai riti, spesso noiosi e poco coinvolgenti, ma va dove avverte che c’è vita cristiana autentica, dove si crede nel messaggio, ove c’è entusiasmo e fierezza del vivere l’avventura proposta da Gesù, dove tutto l’uomo riceve risposte e il caldo abbraccio della comunità.

Tralascio, per doverosa discrezione, le lodi al nostro periodico e il disappunto di non poterlo trovare nella loro parrocchia geografica, ma sottolineo la loro ammirazione e quasi l’ebbrezza per avere la possibilità di condividere la lettura della vita, le proposte di solidarietà, l’avventura cristiana vissuta positivamente e non in maniera stanca, rassegnata ed incanalata in un binario morto.

Se ne sono andati contenti ed io sono rimasto nel mio studiolo più contento di loro avendo, ancora una volta, scoperto che sotto la brace c’è ancora qualcosa di vivo pronto ad infiammarsi.

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