La telefonata di uno dei miei fratelli mi ha colpito al cuore come una fucilata: “Armando m’hanno trovato un tumore ai polmoni!”
Era evidente che egli sentisse il bisogno di scaricare su suo fratello maggiore l’angoscia mortale che gli era stata appena comunicata in occasione di una radiografia fatta per un motivo banale.
Non solo a casa mia, ma anche quando ero in parrocchia ed ora al don Vecchi, ho la sensazione che tutti mi ritengano un punto fermo, quasi un capo a cui si possa fare sempre riferimento.
Io non voglio scrollarmi di dosso questo compito, se il Signore ha voluto che rappresentassi questa sicurezza, ritengo doveroso portare il carico non solamente dei miei drammi ma anche quelli di chi mi sta vicino!
Questa notte mi sono rigirato per il letto, ed ho dormito poco e male. Per tanti anni ho portato nel mio cuore l’angoscia del tempo in cui sarebbero mancati mio padre e mia madre. Avevo paura di quel evento!
La notizia di mio fratello seppur sommaria, non definitiva e non provata nella sua gravità, mi ha sconvolto. Non mi sono preoccupato tanto neppure quando, molto tempo fa, avevano dato pure a me una notizia uguale. Non so se mio fratello sia più fragile, meno preparato ed in condizioni diverse di quanto non sia un prete quale sono io!
Stamattina, neanche a farlo apposta, mi è giunta la risposta e la medicina. Due genitori apprendono dal medico che la loro creaturina appena nata, forse non avrebbe mai potuto camminare e trovano conforto e coraggio nell’abbandonarsi alla paternità di Dio.
“Il Signore sa, il Signore aiuta, il Signore ci vuol bene.”
Ho trovato molto conforto e mi è nata più forte la speranza che tutto si risolva per il meglio come è avvenuto per quei due fratelli di fede nei riguardi della loro figlioletta. Sono convinto che nulla avvenga a caso e soprattutto che nulla avvenga per il nostro male!