Ancora un incontro, poi la pausa per pranzo, senonchè, verso mezzogiorno, squilla il telefonino.
Una signora mi pregava di dare una benedizione, prima che calassero nella fossa, un suo conoscente o parente.
Non capii subito come stessero le cose, pensai che si trattasse, come abbastanza di frequente avviene, che i familiari volessero un’ultima benedizione, come si usa da secoli, prima dell’inumazione e che uno dei tanti parroci, come avviene spesso, si fosse rifiutato di farlo dopo aver concluso il funerale.
Invece no, non s’era fatto alcun rito religioso in occasione del commiato e la salma era destinata a passare dalla cella mortuaria direttamente alla fossa.
Probabilmente una parente era riuscita a convincere la famiglia a permettere, almeno all’ultimo momento un piccolo segno religioso.
Sarei andato immediatamente, ma un precedente impegno mi teneva occupato almeno per mezz’ora.
Per quella famiglia sembrò troppo e così la terra scese a palate rapide senza che un prete potesse chiedere che l’angelo del Signore, dopo aver accompagnato l’anima in cielo, vegliasse su quel corpo che ne era stato per molti anni la custodia.
L’indomani celebrai il sacrificio di Cristo, per quel fratello ignoto, che non so se riposerà almeno sotto una piccola croce bianca sotto la terra del nostro camposanto.
Spero che con la nuova chiesa abbia un piccolo luogo dove possa lavorare, rimanendo disponibile ad ogni chiamata.
Dietro questa amara vicenda c’è certamente una storia, un dramma che io non conosco, ma c’è anche una storia di una comunità cristiana e di un suo pastore che quasi certamente non si è neppure accorto che un membro della sua comunità era ammalato, era morto, e non si sentiva più parte del popolo di Dio.
Finchè un parroco non visita di frequente la sua gente, e a Venezia (era infatti un isolano) lo dovrebbe pur fare spesso, data la piccolezza delle parrocchie, non ha un dialogo mediante un foglio parrocchiale, non ha occasioni di incontro, credo che questi eventi saranno sempre più frequenti.
Le parrocchie non possono più esaurire il loro compito con i fedeli solamente in sacrestia.
La parrocchia che ormai non garantisce neppure l’apertura durante il giorno della chiesa, è destinata all’inedia e alla morte poi!