Anche certe provocazioni atee possono aiutare i cristiani

Quando alcuni mesi fa ci fu l’episodio, certamente poco gradevole per noi credenti, degli autobus genovesi con le scritte pubblicitarie che annunciavano ai cittadini di Genova che Dio non esiste e che la cosa non poteva che rendere soddisfatta la cittadinanza, un sacerdote tentò di interpretare positivamente questo episodio.

Quel prete affermava che la provocazione costringeva i credenti a prendere posizione di fronte al problema di Dio e quindi aiutava a fare scelte più coerenti e più convinte.

Io non mi trovai totalmente d’accordo pur dovendo ammettere che c’era un qualcosa di vero e di positivo nel suo ragionamento.

In quell’occasione mi riproposi di non lasciarmi andare a reazioni immediate ed emotive, ma di tentare di valutare possibilmente tutti i risvolti di qualsiasi avvenimento.

Il proposito mi tornò buono qualche giorno fa, quando lessi su “Il Gazzettino” che un circolo veneziano di atei militanti ha informato i lettori che la Regione spende 10.000 euro al mese per pagare l’assistenza religiosa negli ospedali di Mestre e Venezia e perciò rivendicava una somma per l’assistenza svolta in suddetti ospedali per i maomettani, protestanti, atei, agnostici e via diseguito.

Pensai: “Sono sempre quei quattro piantagrane che approfittano per dare addosso alla chiesa!”

Poi ripensandoci mi chiesi se ci sono veramente i cinque sacerdoti a tempo pieno, se non sarebbe più giusto che l’assistenza religiosa fosse fatta a titolo gratuito da qualcuno dei 200 preti e 300 frati presenti in città?

Credo che le critiche, pur malevole e cattive dei soliti arrabbiati pongono sul tappeto problematiche che un tempo erano risolte in un certo modo, ma che attualmente devono essere riviste di fronte a situazioni decisamente diverse.

Ho concluso che anche dal male possono emergere aspetti positivi, anche dagli atei militanti può giungere una mano per la purificazione e il rinnovamento del nostro modo di vivere la religione.

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