Non serve ed è stolto essere troppo apprensivi!

Siamo in tempo di grandi cambiamenti non credo che i laboratori pastorali stiano lavorando su un nuovo progetto di comunità cristiana a livello diocesano, anzi sono più propenso a pensare che invece stiamo rattoppando un tessuto sdrucito e con grossi strappi su modelli sorpassati ed ormai impossibili.
La realtà invece costringe i responsabili a nuove strategie.

Io sono completamente all’oscuro di tutto; conosco appena le difficoltà, le forze di cui dispongono gli strateghi della pastorale veneziana e le motivazioni delle scelte.

Riesco solamente ad intravedere i cambiamenti, le sostituzioni, l’assemblaggio delle comunità parrocchiali e non sempre riesco a connettere le scelte, ad intravedere le motivazioni del movimento delle pedine sulla scacchiera diocesana.

Talvolta ho perfino vergogna di sentirmi quasi felice per essere in panchina e fuori gioco e quindi non più responsabile.

Qualche giorno fa mi è venuta la tentazione di invitare a pranzo un mio vecchio collaboratore, che normalmente è estremamente aggiornato sulle vicende dei preti e della chiesa, perché mi informi e mi aiuti a capire le “mosse”. Poi, punto dal rimorso e dalla vergogna, vi ho rinunciato pensando al proverbio spagnolo: “Il Signore riesce a scrivere diritto e bene anche su righe storte”.

La provvidenza spesso, o molto di frequente, guida e porta al bene anche le mosse più sbagliate dei giocatori.

In questi giorni penso e traggo grande motivo di consolazione constatando che un prete che era stato messo fuori gioco, perché non se ne condivideva l’impostazione e le scelte, in realtà nel nuovo ruolo si sta rivelando un ottimo operatore, intelligente, capace di leggere gli eventi e capace di anticipare con scelte oculate i tempi nuovi.

Ho concluso che è assolutamente stolto essere esageratamente apprensivi e spaventati da quella che può sapere di sconfitta irrimediabile, perché in realtà è solamente il buon Dio che aggiusta la lentezza e la poca apertura dei suoi ministri!

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