Uno degli slogan del Centro Destra è certamente quello di “Meno Stato!”
Non ho mai abbracciato totalmente questa verità, come non ho pure aderito a quella del Centro Sinistra.
Soprattutto nel passato, si auspicava uno Stato onnipresente, che col suo poderoso apparato burocratico, doveva presiedere ad ogni attività produttiva, ad ogni processo sociale e doveva regolare la vita del singolo e delle comunità.
Questo regime è fallito perché illiberale e soprattutto capace solamente di produrre passività e miseria.
L’alternativa però facilita l’emergere di caste di furbi ed ingordi che s’arricchiscono in maniera smoderata incuranti della miseria dei più deboli, e dei meno spregiudicati.
Il tragico è però che anche chi, come la Democrazia Cristiana, che si riproponeva di moderare queste due dottrine, scegliendo il “giusto mezzo” è fallita anche quella, motivo per cui la nostra società procede a saltoni, zoppicando, ora facendo un passo in una direzione, ora un altro passo nella direzione opposta.
Mi auguro e prego che la Provvidenza faccia nascere uno statista o meglio ancora un movimento politico capace di contemperare in maniera armoniosa questi due sistemi, favorendo contemporaneamente la libera iniziativa e l’intervento dello Stato, per proteggere e favorire i più deboli che altrimenti sarebbero lasciati alla loro sorte.
Qualche giorno fa a causa del non funzionamento del semaforo dell’incrocio di Via Vallon con via San Donà, ebbi la sensazione che senza semaforo il traffico fosse più scorrevole, senza attese e senza incidenti, mi ha fatto pensare che l’aver fiducia nell’intelligenza e nella libertà dei cittadini, non è proprio la cosa peggiore!
Uno Stato vigile, presente e una difesa dei più deboli è certamente un fatto positivo, purché non soffochi con carte, provvedimenti e circolari la libertà e l’intelligenza dei propri sudditi e non interferisca troppo sia nella vita economica che in quella personale, perché un pizzico di anarchia rende più scorrevole e piacevole il vivere.