“Non giudicate!”

Qualche giorno fa ha rivisto una cara signora con la quale avevo lavorato per una ventina di anni a favore degli anziani della casa di riposo di Mestre.

Ambedue eravamo più giovani e ricchi di sogni. Ora siamo ambedue più anziani, ma fortunatamente ancora impegnati e sognatori di un mondo migliore.

Ci fu un tempo in cui le nostre strade presero direzioni diverse; il fallimento del suo matrimonio e la sua scelta politica fece si, che senza trauma di sorta ognuno prese la sua strada, ci ritrovammo occasionalmente qualche volta, sempre timorosi che quasi si fosse allargata la crepa della separazione. Ci ritrovammo poi quasi anziani, una decina di anni fa a sognare e lavorare ancora per il bene degli altri. I risultati sono stati abbastanza miserelli, comunque credo che abbiamo avuto almeno il merito d’avercela messa tutta!

Ora lei collabora ancora con me ma a partime perché si occupa di mille altre cose positive con l’entusiasmo di sempre.

Quando le rividi giorni fa, mi apparve un po’ stanca e sciupata, gli domandai il perché di questa stanchezza.

Mi rispose che aveva fatto la notte all’uomo da cui ha divorziato forse da un quarto di secolo. Mi confidò con tanta naturalezza con pudore e pietà umana, che essendo quest’uomo ormai morente, facevano la notte a giorni alterni lei e la nuova “moglie” perché non c’era alcun altro a poterlo fare. Questa confidenza mi costrinse a pensare al casellario formale che la società e la chiesa mi offrono per inquadrare questi drammi umani: divorzio, separazione, peccato, amore coniugale. Confrontando questi termini con queste due donne che alternativamente avevano amato lo stesso uomo e poi con pietà e fraternità l’aiutavano nell’ora estrema della vita.

Quanto sono inadeguati, angusti i nostri termini per dare cornice alla vita! Provai quasi un senso di smarrimento e di compatimento per chi ha sicurezze formali a questo riguardo ed accostai costoro all’intimazione di Cristo: “non giudicate!”

Mi parve più saggio, più umano e più cristiano mettere queste due donne e il morente nel cuore di Dio. Così stavano molto meglio!

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