Resoconto dolceamaro

L’iniziativa di cui voglio parlare agli amici de L’incontro è nata da uno dei tanti atti di generosità di cui, per grazia di Dio, mi capita di frequente di venire a conoscenza e in cui vengo coinvolto. Una persona mi ha portato una busta contenente del denaro perché l’aiutassi a fare un’opera di bene. Tornato a casa ho aperto la busta e con mia grande meraviglia ho scoperto che consisteva in cinquemila euro. Lo ripeto, ricevo spesso offerte, però di così consistenti non mi capita ogni giorno! Nato nell’epoca della lira, per avvertire fino in fondo la consistenza di questo dono m’è venuto d’istinto di tradurre i 5000 euro nelle vecchie lire e ne sono risultate quasi dieci milioni; una somma quindi assai consistente!

Ho pensato quindi di tradurre i cinquemila euro in “buoni acquisto” da 5 euro l’uno da spendere presso i nostri magazzini della carità. Ho fatto questo perché beneficiassero veramente i più poveri, perché spesso vi sono pure i “furbetti” che approfittano e che vengono a chiedere aiuto anche se non ne hanno veramente bisogno, mentre i più bisognosi spesso non riescono neppure a trovare il luogo e le persone che desiderano aiutarli. Dopo averci pensato, m’è parso di procedere in questo modo, facendomi aiutare dal signor Alessandro Minello, persona quanto mai precisa, nel dar corso in maniera scrupolosa ad una richiesta di collaborazione fatta da parte di questo vecchio prete che s’è ridotto a far spesso confusione! Eccovi il progetto:

  1. Ho scritto a dieci parroci del centro di Mestre che gratuitamente ero in grado di offrire cinquecento euro a ciascuno per i poveri dalla loro parrocchia.
  2. Offrivo questa somma, però non in denaro contante, ma in relativi “buoni acquisto” da spendere presso il “Centro di Solidarietà Cristiana Papa Francesco”.
  3. Ho chiesto che ogni parroco mi fornisse il nome di una persona che nella sua parrocchia conosceva bene i poveri.
  4. Il mio “aiutante di campo” ha convocato queste persone, una ad una, consegnando a ciascuno 100 buoni acquisto di 5 euro ciascuno da spendere nel tempo di un paio di mesi, e chiedendo che mandassero direttamente i poveri a fare l’acquisto di generi alimentari, frutta e verdura, indumenti e mobili, e dicendo pure che dessero ad ognuno dei beneficiari il numero di suddetti buoni in relazione al loro bisogno, informandoli pure che con un paio di buoni avrebbero ottenuto generi alimentari più che sufficienti per una quindicina di giorni.
  5. Il 30 di giugno è scaduto il tempo per la validità di questa operazione benefica costata cinquemila euro.

Eccovi il risultato: una sola parrocchia ha speso tutti i buoni, quattro parrocchie ne hanno spesi tre quarti ed una parrocchia solamente 13. Risultato finale: su 1000 buoni acquisto ne sono stati impegnati solamente 661, quindi quasi 350 buoni non sono stati spesi

Conclusione: o molti poveri non sono tali o sono sprovveduti, oppure molte parrocchie non sono attrezzate o non conoscono i parrocchiani in difficoltà o peggio ancora non curano sufficientemente questo settore della vita parrocchiale.

Il risultato però non mi ha scoraggiato, infatti con il 7 giugno abbiamo ripetuto l’operazione con altre 10 parrocchie, mettendo a disposizione altri cinquemila euro. Colgo l’occasione per informare che sia parrocchie che singoli cittadini che desiderano essere certi che la loro solidarietà aiuti realmente il prossimo in difficoltà possono acquistare quanti buoni desiderano per aiutare i poveri.

A tutt’oggi però solamente una signora ne ha acquistati 20.

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