La Voce – Anno 1 – n° 1 – Domenica 11 ottobre 2020

Da questa settimana pubblichiamo i testi del nuovo settimanale di don Armando Trevisiol (91 anni!). Il foglio, composto da due facciate, è reperibile negli espositori della chiesa del cimitero di Mestre.

IL CUORE DEL VANGELO DI QUESTA DOMENICA

Dio ci invita a vivere una vita buona e felice e ci mette invece in guardia dal sciuparla per obiettivi futili, deludenti e devastanti per se stessi e per gli altri.

BREVI RIFLESSIONI DI UN PRETE ULTRANOVANTENNE

  • La scorsa domenica tutte le sedie “lecite” erano occupate e fuori dalla chiesa c’era un folto gruppo di fedeli. Ho provato però tanta nostalgia della chiesa del passato gremita come non mai.
    Mi pare di aver capito che le persone hanno bisogno di stare insieme per sentirsi sotto lo sguardo del Padre comune che è nei cieli.
  • La stampa in questo ultimo tempo non fa che parlare delle mascalzonate di monsignori e cardinali del Vaticano.
    Sono INDIGNATO e ADDOLORATO perché ho assoluto bisogno di sognare una Chiesa bella, pulita e innamorata del bene e della vita.
    Fortunatamente abbiamo Papa Francesco che fa da contrappeso in maniera splendida alla meschinità vestita di porpora.
  • Quando dall’altare guardando i fedeli, dico loro:
    “La pace sia con voi”, la mia gente mi pare così cara e così bella.
    La fede rende sempre bello il volto dei credenti.
  • Questa mattina una signora mi ha chiesto di ricordare, per il trentesimo anno di seguito, i suoi genitori. Che bello incontrare chi mantiene viva la memoria e l’affetto per i suoi cari!
  • Ogni volta che entro in sacrestia dò uno sguardo al quadro di San Francesco e ogni giorno mi pare che mi ripeta:
    “LAUDATO SII MIO SIGNORE, PER NOSTRA SORA MORTE CORPORALE!” E’ consolante pensare che la morte sia rappresentata come una cara sorella che apre la porta del cielo ad ogni creatura che ha finito il suo viaggio!
  • L’altro ieri mi ha commosso una anziana signora che durante il funerale del marito pregava con le lacrime agli occhi.
    Oggi è raro vedere le gente piangere al funerale di un proprio scomparso.
    M’è sembrato che quelle lacrime fossero una commovente dichiarazione d’ amore.

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