Scambiamoci libri

Sono sempre più convinto che sia necessario investire di più nella ricerca, e non solo nel campo della tecnica e della scienza, ma anche in quello della pastorale, soprattutto per chi si occupa della proposta religiosa. Ho la sensazione che in questo settore ci sia la tendenza a rifugiarsi troppo spesso nelle esperienze e nelle soluzioni del passato e penso perciò sia opportuno informare i cristiani della nostra città, ma soprattutto i sacerdoti e gli operatori pastorali più impegnati, di una minuscola iniziativa di “carità di cultura religiosa” che stiamo sperimentando da circa un anno nella chiesa prefabbricata del nostro cimitero, quella che io per grande amore chiamo “la cattedrale tra i cipressi”.

Quest’iniziativa è nata da un ricordo che mi viene da molto lontano. Ai tempi degli studi di teologia, il mio docente di Morale, monsignor Mario D’Este, ci raccontò la bella testimonianza di un prete veneziano, molto colto e amante dei libri di carattere religioso, che si era fatto con il tempo una bellissima e vasta biblioteca di cui era gelosissimo. In età ormai avanzata, con enorme sorpresa dei colleghi, cominciò a donare i suoi libri a destra e a manca. A chi per curiosità gli chiese il motivo di questa scelta, rispose: “Sono vecchio, presto dovrò comunque lasciare i miei amati libri, quindi ho pensato che donandoli avrei fatto contento qualcuno e soprattutto sarei stato coerente con il mio dovere di evangelizzare i miei concittadini”.

Sull’onda di questo ricordo, io stesso mi sono chiesto: “Perché dovrei tenere tanti volumi, che ho acquistato o che mi sono stati regalati?”. Io, che possedevo soltanto “volumi da guanciale”, non testi eruditi e preziosi, sono comunque arrivato alla decisione di mettere un piccolo espositore nella mia chiesa con la scritta: “Chi desidera questi libri li prenda pure, se poi ha qualche volume di carattere religioso che ha già letto, sarei felice che me lo donasse per metterlo a disposizione di chi desiderasse averlo”.

Mi sembra che l’iniziativa stia funzionando perché, in pochi mesi, i “miei” fedeli hanno prelevato più di cinquecento volumi, più o meno importanti, che trattano problematiche religiose. Ora è sorta però una difficoltà che mi ha spinto a scrivere queste righe: i concittadini che prendono i volumi sono più di quelli che li offrono! In ogni caso spero che un po’ alla volta si possa raggiungere un equilibrio tra il dare e l’avere che consenta all’iniziativa di continuare. Da una vita tento di rispondere alle attese di ordine economico dei miei concittadini in difficoltà, ma adesso ho scoperto che si può e si deve fare anche la carità del pensiero religioso perché sono moltissimi i nuovi “poveri” di questo genere.

Cristo afferma che “l’uomo non vive di solo pane, ma anche della parola del Padre”, perciò non mi resta che fare questa proposta ai miei colleghi e ai cristiani di Mestre: dono volentieri questo “nuovo brevetto” perché lo usino liberamente anche nelle chiese e nei loro ambienti di servizio al prossimo.

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