Da “LETTERA APERTA”– 18 marzo 2018
Settimanale della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo
Nell’articolo che compare sulla prima delle sei facciate don Gianni, il parroco, esprime riconoscenza ed ammirazione nei riguardi degli anziani impegnati partendo dalla testimonianza di due persone di età avanzata che continuano ad offrire il loro servizio alla comunità.
Don Gianni commenta poi in modo un po’ strano il pensiero del Papa che afferma che la messa non si paga. Spero che vi siano concittadini più intelligenti di me che capiscano a fondo il pensiero di questo parroco.
Di don Gianni pubblico pure l’intervento nei riguardi del monastero che rappresenta uno dei suoi crucci, delle sue preoccupazioni (e io aggiungo una delle sue tentazioni).
Mi pare importante segnalare l’annuncio della Via Crucis il venerdì santo a cui hanno sempre partecipato tanti fedeli.
don Armando
LA FORZA DEGLI ANZIANI
Da tempo desidero dedicare un grazie a due volontarie della parrocchia non più giovanissime Hanno rovesciato l’idea secondo cui da vecchi si diventa inutili. E non sarebbero le uniche: anzi!
Tanti anziani prestano servizio: desidero ringraziarne due in particolare. Malvina Chiozza Cecchinato, nata qui nel 1923. A 19 anni già insegnava verso Jesolo. In tempo di guerra, quando il ponte sul Piave era distrutto, ogni giorno, scesa dal treno, procedeva in barca sul fiume e, in bici, faceva 16 chilometri per andare al lavoro. Per più di 20 anni ha insegnato a Carpenedo. Fra le sue alunne c’era anche Milena Pavan, morta a 81 anni: lei stessa l’ha accompagnato alla sepoltura. Andata in pensione dopo 42 anni di servizio, ha accudito nipoti e figli di amici. Qualche anno fa, aperto il doposcuola, è tornata in trincea, nell’insegnamento ai bambini: apprezzata, competente, puntuale. Esemplare.
La seconda persona da ringraziare è Ernesta Bonso, nata a Trivignano nel ’27, ma da sempre con noi. Di professione infermiera è sempre attiva sotto tutti i punti di vista. Per decenni ha accudito i malati e ancora oggi ha un dinamismo che le consente di dare una mano agli altri. Di fede granitica, si è resa disponibile con una persona più giovane, a seguire un gruppo di catechismo. Non perde un colpo: indica il Signore e suscita affetto indiscusso fra i bambini. Guardo con ammirazione queste persone capaci ancora di mettersi in gioco.
Giovedì 15 marzo anche don Armando compie 89 anni. Mi chiedo se, al mio turno, avrò la capacità di fare altrettanto,
don Gianni Antoniazzi
LA MESSA NON SI PAGA
dritti al centro
In questo periodo, papa Bergoglio fa le catechesi del mercoledì spiegando la Santa Messa. In Internet si trova tutto. Mercoledì scorso il papa ha detto che la «Messa è gratuita». E ha aggiunto: «Se io ho qualche persona, parente o amico nel bisogno o che hanno passato questo mondo, posso nominarli in quel momento, in silenzio… quanto devo pagare perché il mio nome venga detto lì? Niente. Capito questo? Niente. La Messa non si paga, la Messa è il sacrifico di Cristo che è gratuito. Se tu vuoi fare l’offerta falla, ma non si paga». Bene. In parrocchia lo stiamo facendo da molto tempo. In fondo alla chiesa si trova un quaderno e una penna: i defunti scritti lì sono ricordati nelle Messe del mattino, sia dei giorni feriali che della domenica. Va chiarito poi il significato profondo di un’eventuale offerta legata al defunto. Chi ci ha preceduto nel segno della fede e dorme il sonno della pace vive per l’Amore di Cristo. Quanto più noi viviamo nella carità, tanto più siamo in comunione con i nostri defunti. L’offerta che eventualmente uno volesse lasciare per i defunti va interpretata in questo modo: non per pagare la Messa, ma come un gesto di carità verso i bisognosi in memoria e in suffragio per i nostri cari. Un mazzo di fiori sulla loro tomba è un bel gesto. Ma più ancora la carità aiuta la comunione: non c’è altra strada.
FINALITÀ DEL MONASTERO
in primo piano
Qualche settimana fa il Gazzettino ha pubblicato un articolo per dichiarare che il monastero era in vendita. Non c’è stato seguito all’articolo e pare che nessuno si sia fatto avanti. C’è però fra la gente di Carpenedo la crescente preoccupazione sul destino dell’area. Molti si sono mossi già esprimendo moderata attenzione e parecchie perplessità circa il ruolo della Sovrintendenza. Qualcuno ha iniziato anche a fare passi più decisi. Per esempio: il Consiglio della “300 Campi” ha ricevuto una lettera con l’invito a riflettere su quest’area. La Società vanta 700 anni di storia e gode di assoluta stabilità. Il Consiglio, equilibrato, esprimerà il proprio orientamento con libertà. Su questo foglio è importante testimoniare intanto l’attenzione e l’umore della gente di Carpenedo. Si constata il silenzio dopo l’articolo del Gazzettino. C’è preoccupazione che l’area abbia solo fini speculativi a scapito della vita di Carpenedo. C’è il timore che il monastero possa restare per molti anni uno scheletro al centro del quartiere mentre altri si chiedono se davvero ci sia stato un qualche progetto per un luogo di richiedenti asilo. Insomma: c’è l’attenzione, ma non le decisioni, anche perché gli stessi Servi di Maria, al momento, non possono proporre una vendita senza prima aver sanato alcune questioni amministrative sullo stato dei beni ora presenti nell’area.
LA VIA CRUCIS
Venerdì 30 marzo, durante la Settimana Santa, ci sarà la Via Crucis per le nostre strade. Nel prossimo numero di “lettera aperta” pubblicheremo il percorso. Già oggi però faccio una richiesta dal momento che il calendario della settimana Santa sarà molto denso: dove passa la Via Crucis sarebbe possibile chiedere a chi vive la fede di mettere alla finestra un lume acceso come segno di accoglienza? È un gesto molto umile, ma visibile da tutti e capace di trasformare una semplice strada in un luogo dove la preghiera di fede non risulta fuori luogo.