Da “COMUNITA’ PARROCCHIALE” – 1° OTTOBRE 2017

Da “COMUNITA’ PARROCCHIALE” – 1° OTTOBRE 2017
settimanale della parrocchia della Santissima Trinità del Terraglio

Don Angelo, il parroco, nel suo editoriale si pone una domanda che in verità tormenta tutti coloro che hanno a cuore le sorti della fede e della Chiesa, ossia “C’è un futuro per il cristianesimo?” ed ancora “C’è un futuro per la Chiesa cattolica?”.
Il suo discorso, come tutti i discorsi seri, si svolge su questi due versanti: il negativo e il positivo.

Quasi tutto l’articolo di don Angelo è occupato dal “negativo”, che consiste in un’analisi cruda, spietata e definitiva, anche se onesta da un punto di vista razionale. Pare, secondo don Angelo, che non ci sia un domani per queste realtà prese in esame. Il “positivo”, invece, è affidato alle quattro righette finali, pure esse molto fragili.

Io sono d’accordo con l’analisi di don Angelo, però sono fermamente convinto che stiamo andando verso una fede più luminosa, più sostanziale, verso una Chiesa più da Vangelo, cioè da “lievito”, da “sale” e da luce! Sono profondamente convinto che il Risorto lo incontreremo nel domani, non nel passato.
Per quel che mi riguarda tento con tutte le mie forze di far spazio a questo domani perché sono convinto che il Dio della vita lo incontreremo su questo versante della storia. Se la nostra esperienza di Dio, della Chiesa, è diventata secca, inutile e marcia, se cade, poco importa: l’importante è invece che vi siano vigneti freschi e a me pare di scorgere all’orizzonte molti di questi germogli quanto mai promettenti. Se poi vado ad analizzare la storia, la Chiesa dopo ogni batosta, per quanto grave, è risorta più bella di prima – vedi le eresie dei primi secoli, la corruzione del papato, il rinascimento, lo scisma protestante, la rivoluzione francese, la rivoluzione russa, quella del Messico e le ricorrenti persecuzioni anche dei nostri giorni, e ancora l’illuminismo, la massoneria, il liberalismo del risorgimento.
Il nostro tipo di fede e di religiosità è certamente in crisi, ma secondo me questo è soprattutto il segno di una fase nuova e più vera della fede e della religiosità.

 

Questo nostro tempo

C’è un futuro per il Cristianesimo? O ancor meglio: c’è un futuro per la Chiesa Cattolica? Ci possiamo consolare con la notevole presenza agli incontri con il Papa ma in realtà la verifica della vita cristiana si coglie nell’interesse quotidiano per il messaggio di Gesù Cristo. Per quanto riguarda le altre Chiese cristiane le statistiche non sono certamente allegre: si constata che nella Chiesa anglicana soltanto il cinquanta per cento circa ha qualche interesse religioso e tra questa parte di popolazione di lingua inglese ben pochi hanno una frequenza al culto.
Accenno poi al mondo protestante nei confronti del quale lo stesso Ratzinger, ottimo conoscitore del mondo tedesco, parla di una frequenza nei grandi centri cittadini del cinque per cento. Il mondo cattolico presenta ancora una forma, almeno apparente, di frequenza religiosa ma è facile constatare la caduta verticale in ogni settore: i matrimoni religiosi sono sempre più rari, la partecipazione alla Messa domenicale vede persone sempre più anziane che, a causa del prolungamento della vita, assicurano ancora una andamento statistico apparentemente soddisfacente, ma i vuoti di giovani e talora anche di ragazzi delle elementari e delle medie sono sempre più evidenti.
Tengono in buona parte i funerali perché assolvono ancora nella ritualità liturgica anche una funzione sociale di aggregazione nel momento del dolore della parentela, delle amicizie e delle conoscenze. Il Veneto, tradizionalmente «religioso, appare sempre più interessato ai propri affari e ai propri interessi finanziari e sempre meno attento alla formazione alla fede dei figli. Anche dalle nostre parti esiste un fenomeno per molto tempo sconosciuto: famiglie che con scelta molto decisa non fanno battezzare i figli e conseguentemente non li fanno partecipare alla catechesi parrocchiale. Non parliamo poi dell’abbandono massiccio del dopo cresima che rivela come la partecipazione ai sacramenti della iniziazione cristiana siano tenuti in vita ancora da una tradizione abbastanza formale. La fede non ci permette alcuna sbavatura in merito alla disperazione poiché la grazia di Dio agisce nella storia umana in modo del tutto imprevisto, ma ai nostri occhi umani la situazione non appare allegra e tanto meno chiara.
La Chiesa, che abbiamo conosciuto fin da giovani, godeva di una solida struttura assicurata da un’abbondanza di preti che dedicavano, pur con diversi difetti, l’intera vita a servizio del popolo di Dio. Ma adesso i preti sono sempre meno e conseguentemente assistiamo con grande tristezza al raggruppamento delle parrocchie per cui viene meno quel rapporto umano che assicurava una conoscenza nell’ambito del quartiere o del paese che costituiva la base anche del ritrovarsi in chiesa come cristiani. Ci sarà un futuro per la professione di fede cattolica? Ragionando con parametri umani dobbiamo dire che ci muoviamo in un orizzonte molto buio.
Ne sarà prova il fatto che la scomparsa delle persone anziane porterà allo scoperto il grande vuoto nella partecipazione alla vita liturgica. Tutto negativo? E’ molto probabile che il venir meno delle forme solleciti uomini e donne a riflettere più attentamente sul destino sia dell’umanità che delle singole persone che appaiono sulla scena di questo mondo.
Proprio la scadenza dei 500 anni della proposta luterana con le famose 95 tesi di Wittemberg ci induce a ripensare a tutta la nostra organizzazione e a tornare fiduciosi all’ascolto della Parola che dona senso alla vita fino a farla divenire vita eterna. Se poi a questa constatazione aggiungiamo gli scandali nella Chiesa a base di sesso e di affari economici allora la situazione appare ancor più nera e non rimane che invocare l’aiuto massiccio dello Spirito Santo che ci liberi da tanta valanga.
Mi sembra che chi tiene la barra di questa barca in tempesta sia Papa Francesco, che proprio per le scelte profondamente evangeliche è divenuto bersaglio di attacchi dall’esterno, attacchi ovvii, e dall’interno della Chiesa, attacchi ben poco ovvii. Francesco, l’aiuto di Dio continui a darti forza e coraggio; sappi che noi preghiamo per te e tifiamo per te.

don Angelo Favero

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