Da “CAMMINO” – 8 ottobre 2017
Settimanale della parrocchia di San Leopoldo Mandic di Favaro
Il parroco di questa parrocchia di Favaro, che conta quasi 2000 fedeli, don Alfredo Basso, dedica la prima facciata del foglio parrocchiale di questa settimana alla ripresa dell’anno pastorale. Nell’editoriale il parroco riferisce della ripresa, dopo le ferie estive, di una attività quanto mai interessante: ogni mercoledì la comunità offre la colazione ai poveri, mette loro a disposizione indumenti e infine fa loro un’offerta di denaro. Apprendo poi con piacere che quest’anno si è raddoppiato l’obolo con il quale si congedano i poveri, passando da uno a due euro.
La parrocchia di san Leopoldo appartiene all’unità pastorale di Favaro che comprende le parrocchie di San Leopoldo, San Pietro, Sant’Andrea e di Dese. Credo che questa “comunità di parrocchie” avrebbe vero contenuto e sostanza se fossero tutte a concorrere e sviluppare quest’opera di carattere caritativo, se assieme pubblicassero un settimanale con più contenuti religiosi, con iniziative parrocchiali condotte assieme. Ad esempio in questo stesso numero don Alfredo informa di un incontro di “tombola e carte” per gli anziani, di una visita alla Chiesa e alla Scuola Grande dei Carmini, di teatro nella parrocchia di San Pietro.
Queste attività potrebbero essere organizzate per tutte le parrocchie. Le unità pastorali avrebbero senso, utilità e sostanza unificando certe iniziative parrocchiali. Allora le “macroparrocchie” potrebbero adoperare al meglio la capacità dei singoli sacerdoti, dei laici, dei mezzi economici e delle strutture. Questa potrebbe diventare facilmente non solo una bella speranza, ma pure una prospettiva facilmente realizzabile.
TUTTI IN MISSIONE
Mercoledì abbiamo iniziato il servizio della colazione per i nostri amici “senza fissa dimora”. Dopo le vacanze estive, rivedere le solite facce ma anche qualche faccia nuova, è stato un momento di festa. Festa anche perché le nostre donne, durante l’estate, hanno raccolto molta biancheria da donare e mercoledì mattina sembrava di essere al “mercato”: tutti attorno ai banchetti di biancheria a chiedere un giubbino, un paio di pantaloni o di scarpe … E per finire l’obolo di “arrivederci” è stato di € 2, anziché € 1 come al solito, e allora i ringraziamenti e gli abbracci si sono moltiplicati. Una bella aria di festa e di amicizia pur nella povertà visibile e conosciuta di tanti di loro. Il mese di ottobre è pure chiamato “mese missionario” perché il 22 ottobre celebreremo la domenica missionaria.
Papa Francesco scrive che la missione è “al cuore della vita cristiana”. Non si tratta di proporre una ideologia o una morale, ma di portare la buona notizia della salvezza di Cristo e di far incontrare tutti con il Signore. È per questo che la missione non riguarda solo coloro che partono verso le terre lontane per annunciare il Vangelo. Tutti noi cristiani siamo missionari, ciascuno di noi è chiamato a testimoniare Cristo nella vita di ogni giorno a casa, nei posti di lavoro, a scuola …. Fa parte del nostro essere cristiani far conoscere a tutti la bellezza e la gioia della nostra fede.
Oggi abbiamo una possibilità in più. Si sta discutendo, in questo periodo, dei migranti. A molti fanno paura, creano disagio. E in parte è comprensibile in un Paese come l’Italia che da qualche anno sta soffrendo una grave crisi economica. Anche se la paura spesso è fomentata da spinte ideologiche propagandate da alcuni mezzi di informazione. Papa Francesco invece ci fa notare l’opportunità che l’arrivo di queste persona offre per “essere missionari”.
È come se non fosse più necessario partire per diventare annunciatori di Cristo. Lo possiamo fare restando a casa nostra. Certo, una buona parte dei migranti è già cristiana, e quindi si tratta di un incontro tra fratelli, che ci arricchisce e apre le nostre menti e il nostro cuore al dialogo ecumenico.
Tuttavia con tanti è una occasione aperta per vivere la vocazione missionaria propria della nostra fede cristiana. Papa Francesco così sintetizza la nostra opportunità:
“Da una prospettiva missionaria, i flussi migratori contemporanei costituiscono una nuova “frontiera” missionaria, una occasione privilegiata di annunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo senza muoversi dal proprio ambiente, di testimoniare concretamente la fede cristiana nella carità e nel profondo rispetto per le altre espressioni religiose …L’incontro con i migranti e rifugiati di altre confessioni e religioni è un terreno fecondo per lo sviluppo di un dialogo ecumenico e interreligioso sincero e arricchente “.
Le parole di Papa Francesco suggeriscono, a noi tutti, uno sguardo più dolce, un atteggiamento più disponibile e un desiderio di salutare o aprire un dialogo con tanti fratelli e sorelle migranti, non per convertire, ma per testimoniare l’amore che Gesù ci ha insegnato ed è bello viverlo con tutti. Anche nel servizio delle colazioni qualcosa di nuovo da vivere.
don Alfredo