“Uno sguardo sulla settimana” e “Cristiani si diventa”

Da COMUNITA’ E SERVIZIO – 16 luglio 2017
periodico della parrocchia di San Giuseppe di viale San Marco

Il solito Alessandro Seno, da trent’anni collaboratore del foglio parrocchiale di questa parrocchia, apprezzato come osservatore attento di ciò che avviene a Mestre sia a livello sociale che a livello religioso, in questo numero affronta due argomenti significativi con la sua prosa scorrevole e di facile lettura.

1 – Lo smantellamento del polo industriale di Marghera e di conseguenza l’amara constatazione che si procede nell’abbattere senza avere alcun progetto per il futuro. Solo Dio può salvare Venezia-Mestre dal progressivo smantellamento di uno dei più promettenti poli industriali.

2 – Seconda notizia, semplicemente miracolosa! In India in dodici ore si sono piantati 66 milioni di alberi. Il Signore ci fa capire che nella manica ha ancora un infinito numero di soluzioni perché possiamo continuare a vivere nella terra che ha creato per noi.

Nello stesso numero di questo periodico c’è pure un pezzo che il parroco, don Bonazza, chiama “Editorialino”, nel quale sviluppa il pensiero di Tertulliano che afferma: «Cristiani non si nasce ma si diventa». Guai a noi se i fedeli si fermano all’istruzione religiosa impartita col catechismo delle elementari. Se uno vuol rimanere cristiano deve necessariamente coltivare il germe di fede ricevuto col battesimo.

Oggi fortunatamente i mass media, deleteri per molti aspetti, ci offrono pure la facile opportunità di maturare la nostra cultura religiosa che è necessario supporto della fede.

UNO SGUARDO SULLA SETTIMANA
a cura di Alessandro Seno

Questa settimana vi scriverò di due notizie che provengono da mondi diametralmente opposti! Una buona e l’altra cattiva come da copione …
Cominciamo con quella peggiore che ci riguarda da vicino come cittadini metropolitani: durante questa settimana abbatteranno a Porto Marghera le due torri della ditta Vinyls, divenute famose per “l’occupazione” che ne fecero i lavoratori dipendenti dopo aver appreso del fallimento e della relativa messa in liquidazione dell’industria chimica. Nonostante gli appelli e appunto i presidi durati svariate settimane nel 2013 la fabbrica viene chiusa buona ultima dopo Dow Chemicals e Montefibre.
Tutto questo nel centenario della nascita del polo di Porto Marghera… L’intervento si è reso necessario poiché le torri, alte più di 150 metri, cominciano a mostrare segni evidenti di usura e quindi è divenuto obbligatorio provvedere alla distruzione per evitare possibili futuri crolli con rischi per persone e cose; solitamente per questi smantellamenti si cerca di tenere tutto sotto traccia (come successo infatti con le altre fabbriche menzionate poc’anzi) ma in questo caso il lavoro richiederà anche il fermo dei voli sopra l’area interessata e quindi la notizia é venuta a galla seppur solo pochi giorni prima del brillamento. Si, perché le torri verranno fatte saltare con delle cariche esplosive poste alla loro base e poi fatte lentamente cadere su un lato attraverso delle corde che le sosterranno un po’ alla volta.
Un lavoro di preparazione durato dei mesi che segnerà la fine di un epoca, quella dei grandi poli industriali che hanno contraddistinto il XX secolo ma che ora sono oramai delocalizzati soprattutto in paesi emergenti.
Ed è proprio da uno di quest’ultimi, l’India per l’esattezza, che viene la buona notizia della settimana: domenica 2 luglio in uno stato indiano, Madhya Pradesh questo il nome della regione, sono stati piantati in 12 ore la bellezza di 66 milioni di alberi. Un milione e mezzo di volontari sono riusciti ad entrare nel Guinness dei primati con tale impresa.

CRISTIANI SI DIVENTA
di don Natalino

L’eco di questa espressione, che dà titolo all’editorialino, ci riporta ai primi secoli della Chiesa. Fu Tertulliano infatti a scrivere con la consueta incisività: «Cristiani non si nasce ma si diventa». Lo affermava per esperienza personale: nato da genitori pagani, trascorsa una giovinezza disinvolta e avviato al successo professionale, ad un certo punto divenne cristiano. Perché questa svolta così decisa? Dai suoi scritti si intuisce che essa avvenne grazie all’incontro con uomini e donne di fede avviati al martirio, i quali con il loro esempio lo attrassero a Cristo.
Oggi nel sentire comune prevale piuttosto l’idea che cristiani si nasce. C’è chi sostiene che in Italia non può che essere così. Questa convinzione di fondo è rassicurante, fa il paio con la pretesa che ognuno sa già il fatto suo e basta l’educazione ricevuta, al massimo il catechismo fino alla cresima. L’orizzonte si riduce ad un’appartenenza culturale, dando per scontata l’appartenenza a Cristo. A dirla tutta, anche la prospettiva puramente culturale risulta incerta, dacché l’ignoranza religiosa oggi arriva a livelli mai raggiunti prima. Da domenica scorsa sto ancora masticando le parole del vangelo: «Venite a me… Imparate da me…» (Mt 11). È il Vivente che sta chiamando. Oggi. Chiama all’incontro e attende una risposta, la mia e la tua. È proprio vero: cristiani si diventa, ad ogni stagione di vita, in un cammino continuo.
In questo modo il continente indiano ha fatto parlare di se sia come detentore di questo invidiabile primato e sia per un concreto e grosso sforzo per cercare di contrastare il fenomeno dell’inquinamento atmosferico che sta attanagliando soprattutto le grandi città e quelle che hanno vicino poli industriali. E qui le due notizie trovano il loro comune denominatore: da una parte una società ( un impero…) che lentamente si sta sfaldando sotto i colpi della globalizzazione ma che recupera in termini di salute e qualità dell’aria quello che invece stanno perdendo tutti quei paesi che, dall’altra parte, si assumono l’onere di produrre prodotti chimici e/o plastici che occupano decine di migliaia di persone (poi non si conoscono le condizioni lavorative come ricordato la scorsa settimana…) ma che sconvolgono in maniera profonda gli equilibri naturali del pianeta già messi fortemente in crisi dal numero di abitanti. Gli alberi piantati stanno a significare che comunque l’uomo ha a cuore la propria terra; ma questo basterà?

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