“Il peccato originale” dei partiti italiani

Non sono molti i paesi, a regime democratico, in cui, maggioranza ed opposizione, trovano il modo di governare assieme come è accaduto in Germania nel momento in cui nessun partito o coalizione, dopo una consultazione elettorale, è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta. Constato però che in questi paesi, pur in un rapporto dialettico vivace e a volte complesso, le varie forze politiche trovano sempre il modo di offrire un governo alla loro nazione. L’Italia, a questo riguardo, mi pare rappresenti un caso pressoché unico. Qualche anno fa, in verità, per garantire una stabilità di governo, è stato fatto un tentativo per creare il bilateralismo, un’alternanza tra Centro Destra e Centro Sinistra ma, purtroppo, è durato solo una breve stagione e con tanti tormentoni. In tempi lontani anche De Gasperi e i suoi successori più prossimi tentarono di dare stabilità ma anche quel tentativo si è dissolto non appena è venuta a mancare la personalità forte e autorevole del politico trentino che riusciva a tenere unito quel gregge irrequieto. Ora si è tornati ad una frammentazione crescente. Nel Centro Destra oltre a Forza Italia possiamo annoverare “Fratelli d’Italia”, “Il nuovo Centro Destra”, il partitino di Storace, la Lega irrequieta e divisa ed ora Fitto che, non contento, sta cercando di fondare un nuovo partito per complicare ulteriormente la situazione. Nel Centro Sinistra, dove pareva esistesse finalmente una certa stabilità, oltre a “Sel” di Vendola e ai Grillini, anche la minoranza PD si comporta nei confronti dei propri compagni come se si trattasse di fratellastri invisi vogando sempre contro. È fin troppo evidente che nessuno di questi “ducetti” si preoccupa delle sorti del Paese ma pensa solo alla propria affermazione e al proprio successo personale. Ho ammirato Renzi e ho pregato per lui che afferma di avere a cuore le sorti dell’Italia, temo però, che nonostante all’orizzonte non ci siano altre maggioranze possibili, prima o poi finirà con il cadere in qualche trappola che nemici ed “amici” potrebbero tendergli.

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