“Americanate?”

Ora alla televisione non abbiamo, come cinquant’anni fa, un solo canale con Mike Buongiorno che ci offriva “Lascia o Raddoppia?”, oggi i canali televisivi sono pressoché illimitati. Confesso però che, pur con questa offerta sovrabbondante, faccio fatica, e spesso non riesco, a trovare un programma di mio gradimento. Le varie emittenti pare abbiano uno spasmodico bisogno di offrire il peggio dell’uomo e della vita. Per mia fortuna quasi sempre mi addormento e lascio che conduttori ed attori parlino a vuoto. Qualche sera fa però, sempre per caso, perché non consulto mai la programmazione televisiva, mi sono imbattuto in un film che mi ha tenuto sveglio fino alla fine e che mi ha lasciato nell’animo un sentimento di profondo gradimento perché mi ha offerto una visione positiva della vita dandomi la sensazione che, anche nelle situazioni più complesse e nei momenti più difficili ed ingarbugliati, con un po’ di buona volontà si può trovare una soluzione positiva che fa scoprire il bello della vita.

Il titolo del film, di certo un po’ vecchiotto, ma ancora gradevolissimo sia come immagini ma soprattutto come contenuti, era il seguente: “Indovina chi viene a cena?”. Gli attori hanno interpretato il loro ruolo in modo semplicemente fantastico e nel film, il problema del rapporto tra bianchi e neri in America, tragico fino ad una ventina di anni fa, viene risolto con un dialogo franco, onesto ed aperto al bene. La trama racconta di un giovane negro che si innamora di una ragazza bianca, il loro rapporto sembrava impossibile per la cultura imperante nell’America di allora, ma le mamme, con la loro mediazione, e i padri, con la loro onestà intellettuale, sfidano l’opinione pubblica difendendo l’intensità dei sentimenti dei due ragazzi e permettendo loro di sposarsi. In genere questi drammi a lieto fine del cinema americano di un tempo venivano definiti con supponenza e commiserazione con il termine: “Americanate!”. Io credo invece che sia giunto il tempo di voltare pagina sulla mentalità corrente che pare provi piacere nel rimestare sul peggio della vita e della società per puntare invece su proposte e su esperienze che aprano l’animo alla speranza e al bene perché solo così si può progredire!

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