Sassolini nelle scarpe

L’avvento di Papa Francesco mi ha dato finora modo di togliermi più di un “sassolino dalle scarpe”. L’intervento di qualche tempo fa del Sommo Pontefice circa le tariffe per le prestazioni religiose è stato l’ultimo, e me lo tolgo, lo confesso, con grande soddisfazione! Una quindicina di anni fa formalizzai in un articolo sul periodico della parrocchia una prassi che avevo adottato fin dal primo giorno in cui sono diventato parroco, cioè ho scritto che per quanto riguardava messe, matrimoni, funerali eccetera ogni fedele poteva fare un’offerta solamente se lo desiderava e comunque nella misura che riteneva più opportuna andando quindi contro la norma della curia che almeno per le messe aveva fissato una cosiddetta “offerta” quantificata. Evidentemente un mio caro collega ha inviato il periodico parrocchiale in curia e quindi il vicario generale, che allora era Monsignor Giuseppe Visentin, ora defunto, mi ha invitato ufficialmente e per iscritto ad ottemperare alle norme fissate dall’Ordinario. Non replicai ma ritenni che dovessi obbedire prima alla mia coscienza che alla curia. Ora l’intervento del Pontefice mi reintegra nell’obbedienza e mi gratifica con il suo discorso. Non sono diventato Monsignore ma almeno ho l’onore di aver anticipato i tempi!

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