Questa mattina il commentatore di Radio Radicale ha detto che Letta non è riuscito a far approvare dal Parlamento, prima delle vacanze estive, alcuni provvedimenti che il Governo aveva preparato e perciò sarebbero slittati a settembre.
Non mi ricordo più quali siano tutti questi provvedimenti, ma uno m’è rimasto conficcato come una spina acuta e profonda come quella della corona che gli ebrei posero in testa a Gesù. Oggi il Parlamento va in ferie per tutto agosto. Con i tempi che tirano in casa Berlusconi e in casa del PD, chi sa se Letta riuscirà a sopravvivere per così “tanto” tempo!
I problemi in ballo sono infiniti, però ve ne sono alcuni veramente odiosi, soprattutto perché “gridano vendetta al cospetto di Dio” e perché non si capisce perché non si possano risolvere subito senza tante cerimonie e tante perplessità.
Il fatto che mi ha fatto arrabbiare, di cui il cronista ci ha informati, è che il Governo non è riuscito a tagliare gli stipendi e le pensioni da nababbi o da emiri del golfo di certi dirigenti di enti statali e parastatali i quali, pur gestendo enti in rosso e spesso in condizioni fallimentari, fruiscono di remunerazioni, e quindi di pensioni, d’oro.
Il cronista faceva il nome di uno di questi pensionati che attualmente percepisce tremila euro al giorno e che, dati i contrasti in Parlamento, continuerà a percepire di certo per tutto agosto e per non so quanto altro tempo ancora.
Ho fatto un po’ di conti, concludendo che 3000 euro per i 365 giorni che compongono un anno, significa che questo signore percepisce di pensione un milione e novantacinquemila euro all’anno, e magari sarà un menarrosto che non ha fatto altro che girar carte per le mani.
Al “don Vecchi” c’è una signora, che da ragazzina, all’età di 8 anni, fu messa a servizio dai genitori presso una famiglia di signori a Venezia, che “gode” oggi di una pensione di 500 euro al mese, quindi 17 euro al giorno. E come lei ci sono al “don Vecchi” altri quaranta anziani in queste condizioni.
Se il Signore non decide di buttar giù dal Cielo pece incandescente come a Sodoma e Gomorra, non c’è che da invocare il ritorno di san Michele Arcangelo con la sua spada di fuoco soprattutto sui parlamentari che permettono il proseguire di queste macroscopiche ingiustizie.
Vi sono problemi difficili e complessi quali la repressione delle frodi fiscali e, peggio ancora, quelli della disoccupazione in genere ed in particolare dei giovani, degli sprechi della sanità, della riforma della giustizia, della disparità tra nord e sud, ed è quindi comprensibile che ci voglia tempo e denaro, ma penso che non sia proprio impossibile che Letta dica alla sua segretaria: «Scrivi alla direzione dell’INPS che da oggi in poi l’ammontare della pensione non deve essere inferiore a mille euro e superiore a tremila». Punto e basta!
Io faccio così, mi trovo bene e così risolvo i miei piccoli problemi.
09.08.2013