All’inizio dell’anno pastorale 2010-2011, che nelle parrocchie si apre verso settembre-ottobre, la parrocchia del duomo di Mestre, San Lorenzo, che attualmente è guidata da mons. Fausto Bonini, ha pubblicato il suo organigramma con tutte le articolazioni, gli appuntamenti e le iniziative messe in programma per il nuovo anno di attività.
Non credo certamente che don Fausto, che è un prete intelligente, preparato e di grande iniziativa, abbia imparato da me, comunque anch’io avevo intuito la necessità di pubblicare all’inizio di ogni anno pastorale qualcosa del genere, ossia un organigramma ed un calendario di iniziative pastorali da attuarsi durante l’anno. Mi è sembrato che non solo fosse opportuno che la comunità cristiana desse un’immagine ordinata e seria di sé, ma che pure fosse quanto mai opportuno, anzi necessario, che i fedeli avessero punti di riferimento precisi nei riguardi dei responsabili e delle varie iniziative.
L’organigramma di Carpenedo occupava normalmente quattro-cinque facciate della rivista mensile “Carpinetum”. L’attuale patriarca, venendo a Venezia, deve essere stato favorevolmente impressionato dall’articolazione e dall’organizzazione della mia parrocchia, tanto che ad un paio di mesi dalla sua entrata volle rendersi conto, mediante una “visita privata”, del funzionamento di questa parrocchia organizzata fin nei minimi particolari, come “un’azienda” pure se “sui generis”.
L’organigramma-calendario di San Lorenzo però, è di gran lunga migliore di quello di Carpenedo di cinque anni fa; lo è per completezza e precisione di dati, per le immagini degli operatori, per l’eleganza dell’opuscolo di ben quaranta pagine stampate a colori da una tipografia industriale, per l’enorme ricchezza di informazioni, ma soprattutto perché dà la sensazione che la parrocchia si occupi di “tutto l’uomo”, dall’infanzia alla vecchiaia, dalla catechesi alla cultura, dai sacramenti alle attività sportive, dal canto alla ricerca, dalla mistica al tempo libero, dai mass-media più moderni alle residenze per studenti, dal gioco alla recitazione.
Quello che ha attratto la mia attenzione, e che soprattutto ha destato nel mio animo felice stupore ed ammirazione, è la visione globale dell’uomo e quindi della relativa pastorale.
Lo scorso anno scrissi a don Fausto per complimentarmi, quest’anno non l’ho fatto per non ripetermi. Dall’esame attento ed entusiasta dell’opuscolo, che offre l’immagine della parrocchia di San Lorenzo, mi è sorto solamente un sentimento amaro e triste: “Purtroppo San Lorenzo è la mosca bianca”, aldilà dei suoi confini pare che abitino solamente i “barbari”!