Credo che non ci sia più alcuno dei miei amici e delle persone che mi conoscono mediante “L’incontro” che non sappia che questo vecchio prete ha fatto per quasi quarant’anni l’assistente degli scout. Ho cominciato ai Gesuati col reparto trentaduesimo, ed ho finito a Carpendo col gruppo secondo.
In verità, in questi ultimi cinque anni di vita da pensionato, gli scout li ho seguiti da lontano, interessandomi delle loro iniziative e soprattutto amareggiandomi che molti preti non si siano ancora accorti che lo scoutismo rappresenta ancora un valido strumento per accostare la gioventù e soprattutto per educare le nuove generazioni.
Da assistente della zona di Mestre, una trentina di anni fa, assieme ad un magnifico e numeroso gruppo di “capi”, abbiamo letteralmente “infestato” Mestre e dintorni. Non c’era quasi più parrocchia in cui non fossimo riusciti ad aprire qualche unità scout. Una volta arrivato a Carpendo ho continuato, pur fra notevoli difficoltà. Il ’68 infatti ha investito, seppur marginalmente, lo scoutismo. Mentre l’Azione Cattolica fu spazzata via, lo scoutismo resistette, pur tra notevoli tormentoni.
Sono stato e sono ancora felice di aver lasciato al mio successore ben duecento ragazzi di diverse età, inquadrati nei vari gruppi nei quali si sviluppa il movimento. Ai miei tempi si diceva: “semel scout, semper scout”, una volta preso il “bacillo” del movimento scout, questo permane, pur passando gli anni e i ragazzini di trenta quarant’anni fa sono rimasti scout pur non portando più il cappellone e i calzoncini corti.
Forte di questa verità e soprattutto certo che l’educazione al servizio non si può dimenticare facilmente, pian piano sono riuscito a recuperare più di una mezza dozzina di vecchi “ragazzi” che con l’entusiasmo di un tempo si sono buttati nella splendida avventura della stampa di tutta la produzione dell’editrice de “L’incontro”.
Il lunedì mattina, sotto la guida dell’ottantenne Nino Brunello, già commissario di zona, ora posso contare sui “ragazzi scout” che partecipano “al grande gioco” con l’entusiasmo, la vivacità e il cameratismo che avevano il secolo scorso, quando erano capi squadriglia, capi reparto o Akela!
Qualche giorno fa, scendendo in tipografia per l’ispezione settimanale, dissi loro: «Ragazzi, qui ci manca solamente l’alza bandiera e il canto “Passa la gioventù” perché il calendario torni a ritroso per far rivivere la bella avventura dello scoutismo!