Almeno mi illudo di aver qualcosa da dire, ma vorrei dirlo, questo pizzico di verità che vado conquistando tanto faticosamente, solamente alle persone giuste. Non rifletto, non metto sulla carta le mie povere riflessioni, spendendo denaro o fatica, perché esse giungano alle persone che non sono interessate ai relativi problemi.
Purtroppo le cose vanno poche volte così, le mie “scoperte” spesso giungono alle persone meno interessate o nei momenti meno opportuni. Mi capita assai di sovente che anime candide e delicate leggano certi miei morsi rabbiosi che avrei destinato a furbastri, a burocrati indolenti, a “cristiani” che dovrebbero appartenere alla sinagoga piuttosto che alla Chiesa, mentre talaltra giungono invece a qualche concittadino smaliziato i motivi di qualche nota lirica, colta con compatimento da gente che non apprezza per nulla il sentimento o la poesia.
Spesso ho l’impressione che un monito fatto ad un “nemico” sia interpretato come critica amara fatta ad un “amico” e viceversa. Quando mi capita di riscontrare che le note del mio diario vanno a finire a destinatari sbagliati, mi viene in mente la storiella del penitente di san Filippo Neri, il quale confessava a questo prete santo, ma sornione, d’aver fatto della maldicenza, e questi gli rispondeva che per penitenza spellasse un pollo nelle strade di Roma in cui soffiava il ponentino e poi andasse a raccogliere tutte le piume che il vento aveva portato in ogni dove. Questa immagine mi preoccupa e talora mi spaventa, finora ho pregato il mio angelo custode che accompagni i miei pensieri alle persone giuste e nei momenti propizi. Mi sono sempre fidato del mio accompagnatore celeste, al quale il buon Dio mi ha affidato; non so però se soltanto questo basti e se il mio angelo custode abbia fatto il suo dovere. Se non fosse così, sarei alquanto triste e amareggiato perché “predico” solamente nella speranza di far del bene. Vorrei che almeno questo sapessero coloro a cui giungono , forse per sbaglio, le “piume” di questo diario!