Spesso mi verrebbe la tentazione di pensare e parlare sempre di argomenti di carattere religioso. Credo che per un prete che deve occuparsi di questo settore particolare della vita, questo sia giusto e doveroso.
Il guaio però sta in un equivoco di fondo che è persino troppo radicato, non solamente nel mondo ecclesiastico, ma anche tra la gente comune.
Per troppi, a mio modesto parere, l’etichetta religiosa riguarda non la vita, ma alcuni aspetti che spesso sono marginali, in un certo senso, della vita. Ad esempio, che il prete si occupi della preghiera, è sensato, ma per certuni la preghiera corrisponde ad una definizione troppo generica e molto equivoca. I testi di mistica affermano che la preghiera consiste in una “elevatio mentis ad Deum”, ossia in una elevazione della mente a Dio, quindi in una certa riflessione interiore nei riguardi di Dio.
Mi domando però che cosa significhi questo per l’uomo contemporaneo; per qualcuno consisterà in un gruppo che recita rosari su rosari, per qualche altro in un coro di frati o monache che indossando certe tonache bianche salmodiano a certe ore del giorno e della notte. Non dico che tutto questo sia in disaccordo con la vita, però credo che la modificherà molto marginalmente.
Io sono profondamente convinto invece che, partendo da valori di fondo, come la considerazione che l’uomo è persona, che è figlio di Dio e fratello di ogni essere umano e che Dio è la fonte della verità, della sapienza, della bellezza, della giustizia e di ogni altra virtù, la preghiera è il tentativo onesto di tradurre in comportamenti, in scelte, in pensieri e nella vita quotidiana anche gli aspetti – dai più sublimi ai più banali – questa realtà di fondo. Quindi il vero orante non è il frate del convento, o il membro del gruppo di preghiera in quanto tale, ma il professionista che si aggiorna e richiede solamente il giusto compenso, il politico che non bara, non fa discorsi solamente per accaparrare la gente e raccogliere voti, l’operaio che fa il proprio dovere senza rinunciare a pensare con la propria testa, il cittadino che collabora alle sorti della sua città, il prete che testimonia con la vita il messaggio di Gesù, l’insegnante preparato che sa educare.
Ricordo, a questo proposito, un’affermazione di un giovane scout francese; “Si può lodare Dio egualmente costruendo cattedrali che pelando patate!”