Da “VITA PARROCCHIALE” – 22 aprile 2018
settimanale della parrocchia di Santa Maria del Carmelo di via Terraglio
Il parroco, don Daniele, ricorda ai suoi parrocchiani l’impoverimento che avrebbe la Chiesa se si continuassero a chiudere i conventi di clausura, perché essi rappresentano una testimonianza dell’Assoluto.
Sulla storia e le vicende della basilica di San Marco c’è un articolo garbato e preciso firmato da Pierantonio.
Chi avesse tempo ed interesse potrebbe leggere un articolo tratto dal “Messaggero di Sant’Antonio” sulle vicende dei francescani in terra di Siria.
Infine mi pare quanto mai interessante conoscere i luoghi del Terraglio nei quali sono stati giustiziati alcuni partigiani.
don Armando
Sono ancora utili questi conventi?
C’è chi nella clausura e nel silenzio dei conventi guarda le cose che non si possono vedere dall’esterno, e parla con esse, mettendosi in ascolto. Noi occidentali abbiamo inventato le macchine, gli orientali hanno inventato le preghiere: i preganti dell’Oriente dicono che il vero modo di pregare è tacere. Se la Chiesa cattolica perde i contemplanti della clausura e del silenzio, viene meno una grande ricchezza. Sarebbe come se una pianta perdesse le radici! I conventi e i monasteri sono un prodigio della grazia. In questo tempo di malvagità e di violenza, sono come dei fari accesi sul monte. Là si chiede misericordia per i colpevoli e per le vittime. Si chiede per il mondo sconvolto il dono della pace.
Don Daniele
25 Aprile
Marco ricevette in dono il racconto della fede dai suoi due maestri Pietro e Paolo. Il suo vangelo venne scritto probabilmente tra l’anno 50 e 60 ed è composto da 16 capitoli. Il testo potrebbe costituire la fonte dalla quale avrebbero attinto anche i Vangeli di Matteo e di Luca, che, assieme a quello marciano, vengono definiti “sinottici” per analogia dei loro contenuti, con molte somiglianze nella narrazione.
La prima chiesa dedicata a San Marco fu costruita, accanto al Palazzo Ducale, nel 828 per ospitare le reliquie del santo trafugate, secondo la tradizione, da due mercanti veneziani, ad Alessandria d’Egitto, dove probabilmente l’evangelista morì. La primitiva chiesa venne poco dopo sostituita da una nuova, situata nel luogo attuale, andata però in fiamme durante una rivolta. La ricostruzione, iniziata dal doge Contarini, sarà terminata dal doge Falier; la consacrazione di quella che sarà l’attuale basilica, sede del patriarca, avvenne nel 1094.
Il 25 aprile per Venezia è una data dai significati molteplici, oltre che religiosi anche civili.
In questa giornata, festa del patrono, si ricordano infatti tutti coloro che hanno scelto di resistere e combattere contro il nazifascismo. (Nella nostra città la Liberazione avvenne tra il 28 e il 29 aprile 1945). È pure il giorno del bocolo, la rosa rossa che si regala a mogli e fidanzate.
Pierantonio
Luoghi della memoria nel Terraglio
Un percorso inteso a rendere omaggio ai caduti per la libertà nella nostra zona ricordando alla popolazione, in modo particolare ai giovani, gli ideali e i valori che sono stati alla base della lotta di liberazione. Ci sono punti simbolo nel nostro territorio in cui, ogni anno, vengono deposte corone d’alloro, con la commemorazione delle varie rappresentanze. Questo il programma di mercoledì 25/4/2018:
-ore 9.30 Parco villa Tivan: lapide in ricordo Monego Elio
-ore 9.45 Ospedale Villa Salus: lapide in ricordo Slongo Bruno, Marcon Egidio, Nao Bruno, Penna Giordano
-ore 10.00 Centro Civico Terraglio: lapide in ricordo Penello Arturo
-ore 10.15 Parco Via Gatta: cippo in ricordo Surace Giuseppe
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.