Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA’” – 18 marzo 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA’” – 18 marzo 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Don Angelo, il parroco, a proposito dell’esito elettorale, ne ha per tutti. Consiglio di leggere l’articolo perché mi pare che l’analisi sia sottile ed intelligente ed onesta. Mi soffermo un istante sull’ultimo passaggio, non perché gli altri non siano validi, ma perché credo che, almeno per il momento, la scelta del partito democratico di isolarsi e di stare all’opposizione, non solamente non riconosca i propri errori, ma ne aggiunga un altro ancora lasciando il Paese nel guado senza soluzioni di sorta.

Una cosa poi che dimostra l’estrema ipocrisia è certamente quella che Mattarella, il presidente della Repubblica, faccia un miracolo a favore di chi non lo merita perché dovrebbe trovare una soluzione di compromesso con le altre parti politiche.

don Armando

Domenica 18 marzo 2018
quinta di Quaresima

Questo nostro tempo
Troppi vincitori e di fatto nessun vincitore; queste elezioni politiche per un verso hanno prodotto confusione e sconcerto perché non è emerso chiaramente a chi possa essere affidato il compito di guidare il governo, d’altra parte questi risultati hanno chiaramente dipinto un’Italia spaccata in due: al nord s’impone la Lega, al sud i cinque stelle. E’ovvio che ciascuno di noi ha la propria posizione politica in base alla quale è andato a votare ma il risultato impone una riflessione critica in modo da valutare la situazione concreta della gente che vive in questo Paese.

Sia la Lega che i 5 stelle non danno certezze, anzi sembrano essere un tuffo nel futuro quanto mai oscuro, ma i loro voti tanto ampi impongono un ripensamento per ciascuna persona intelligente che abbia voglia di riflettere. Il nord ha espresso prevalentemente un giudizio chiaro sul modo di gestire la migrazione, in gran parte scoordinata e selvaggia, con cui l’Italia ha accolto tutti i migranti senza l’opportuna selezione tra quanti avevano necessità e quanti invece sono venuti a delinquere magari spacciando droga.

A propria volta i 5 stelle hanno interpretato il disagio del sud: l’alto livello di abbandono di molte zone in mano alla delinquenza organizzata e l’assenza dello Stato, il tasso notevole di disoccupazione e soprattutto la mancanza di lavoro per moltissimi giovani, forniti anche di diploma, di laurea, di specializzazione.

Se a questo si aggiunge anche la corruzione diffusa di cui è preda spesso, anche se non sempre, la classe politica e assieme alla corruzione il nepotismo e il clientelismo allora si comprende il disagio e di conseguenza il voto di protesta. Di fronte ai risultati elettorali i partiti tradizionali devono chiedersi se siano stati in grado di interpretare questo disagio di base e se abbiano messo in atto tutti gli strumenti per venire incontro alle richieste corrette della base. I risultati dicono di no, dicono in particolare che Pd e Forza Italia, sinistra e destra tradizionali, hanno più pensato agli affari propri che a quelli della gente che con l’unico strumento che aveva in mano, il voto, li ha puniti.

Ed ora non è segno di intelligenza intestardirsi in una sterile opposizione senza via di scampo, quanto piuttosto, rivedendo le proprie posizioni, ciascun partito dovrebbe fare lo sforzo di ripensare criticamente le proprie scelte e cercare il bene non del partito ma del Paese. In questo momento occorre trovare anche le modalità del compromesso per assicurare quelle riforme che sono necessarie per offrire dignità a tutti, per togliere tanti privilegi, per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro a tanti giovani, per disciplinare intelligentemente i flussi migratori. Insomma qui occorre dare più spazio all’intelligenza che alla ripicca.

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