Non sempre “i poveri sono santi”

La mia campagna in favore degli anziani in difficoltà sta per finire a motivo dell’età incalzante. Consapevole di ciò, già un paio di anni fa ho chiesto e ottenuto dal Patriarca che affidasse ad un sacerdote più giovane la presidenza del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Carpinetum che gestisce i Centri don Vecchi. Ho pensato che questo fosse l’unico modo perché l’impegno della Chiesa veneziana nei riguardi di questo nuovo tipo di povertà – ossia l’estremo disagio degli anziani in difficoltà – potesse avere un seguito.

Attualmente il mio impegno è ormai marginale, però mi sta ancora a cuore perfezionare la “dottrina” che fa da supporto a questa esperienza pilota. Le problematiche aperte sono molte, ma man mano che affiorano, prima rifletto e poi suggerisco, a chi sta mettendo a punto questa dottrina, le soluzioni che ritengo più opportune, in modo che chi vuole approfittare della nostra esperienza possa avere un modello quanto mai valido.

Ma fra i tanti problemi affiorati in questi vent’anni di sperimentazione c’è anche questo: coinvolgere attivamente gli anziani che hanno ottenuto un alloggio al “don Vecchi” nella gestione del Centro, non solamente per tener bassi i costi di gestione, ma anche per costruire una comunità solidale di mutuo aiuto. La proposta viene fatta in maniera quanto mai esplicita al momento dell’accettazione della domanda e purtroppo non viene mai evasa se non da un gruppetto sparuto di beneficiari. Una volta ancora rimane vera la battutaccia meridionale “grazia ottenuta, gabbato lo santo!”.

Tanti residenti si impegnano per figli e nipoti, che praticamente li hanno cacciati di casa, altri si danno alla bella vita oziando e pensando ai fatti loro. Si, ci sono “i soliti”, ma sono pochi e, poverini, sono sempre quelli!

Mio padre, di fronte a questa constatazione che sono stato costretto a fare già da parroco in altri tempi, mi disse: «Armando, non preoccuparti, su un centinaio di persone ce ne saranno tre o quattro che hanno la “mania” di lavorare, punta su quelle».

Mi ero illuso che il “don Vecchi”, a livello religioso, fosse una specie di convento, ma presto è scoppiata questa bella bolla di sapone. M’ero pure illuso che i Centri diventassero delle grandi famiglie in cui ognuno collaborasse per il bene comune: “Illusione, dolce chimera sei tu!”. I miei maestri però, don Mazzolari e Madre Teresa di Calcutta, mi insegnano che devo impegnarmi comunque, anche se gli altri non lo fanno, anche se chi ne beneficia ne approfitta in maniera potente.

07.06.2014

Grillo, comico o ciarlatano?

Grillo è stato sonoramente battuto! Confesso che ho tirato un sospiro di sollievo. Dico subito che ammiro e condivido molte delle istanze sociali portate avanti dal Movimento Cinque Stelle. Apprezzo quanto mai l’intelligenza, la coerenza e il coraggio di moltissimi giovani deputati e senatori di questo movimento eletti al Parlamento. Sono invece meno entusiasta della sudditanza con la quale la maggior parte di loro accetta o subisce di loro i leader. Comprendo che ci debba essere una certa disciplina di partito, che si deva accettare la legge della maggioranza fin tanto che non lede la propria coscienza. Ma sono estremamente preoccupato nei riguardi dei due principali responsabili: Casaleggio e Grillo.

Vengo al primo. A parte il modo di vestire, a partire dai capelli e dal cappello perennemente in testa, soprattutto quello che mi preoccupa è il modo con cui si pone al servizio del Paese, l’analisi che fa della società di oggi e dei nostri tempi e della relativa proposta che non è solo politica ma esistenziale. Casaleggio si presenta come un nuovo redentore che libera e rende felice i cittadini del nostro Paese.

Ho sempre avuto paura degli uomini che “sanno tutto” e che dicono di poter far tutto, di questi “teosofi” che sono assolutamente certi di possedere la ricetta per salvare il mondo. Il percorso e la proposta dei dittatori così rovinosi del secolo scorso – Hitler, Stalin, Mussolini, Franco e di quelli di seconda categoria, sono esattamente identici a quelli di Casaleggio. Ho paura che anche questo porti agli stessi tragici risultati.

Veniamo ora a Grillo, il comico, che ora ho la sensazione che sia pure ciarlatano e imbroglione. Dopo tutto quello che ha gridato sulle piazze d’Italia, pensavo che in seguito alla grossa batosta subita si sarebbe ritirato a vita privata. Purtroppo invece no! Ora se la piglia con i vecchi!

Io e la gente dei miei tempi siamo stati educati alle buone maniere, alla correttezza nel gesto, nella parola e nel comportamento. Grillo, che non mi pare sia nato nel terzo millennio, sembra non abbia imparato proprio nulla perché nella sua campagna elettorale si è dimostrato sbracato, arrogante, supponente, volgare, irrispettoso e minaccioso nelle parole e nel pensiero.

Non riesco proprio ad immaginare come un figuro del genere possa rappresentare, sotto ogni punto di vista, un modello per il nostro Paese. Spero che per qualche tempo sia messo fuori gioco e che nel frattempo Renzi dimostri di meritare fiducia.

06.06.2014