Diciamo una preghiera!

Abbastanza di recente ho scritto che mi faceva bene, a livello spirituale, la lettura di un periodico di testimonianze di cristiani della chiesa metodista d’America.

Il periodico è uno degli strumenti pastorali di quella comunità cristiana offerto ai fratelli di fede. Nella sostanza si tratta di considerazioni, o meglio ancora di confidenze, da parte di fedeli comuni che tentano di leggere gli eventi quotidiani alla luce delle verità contenute nella Bibbia, per trovare in questa lettura: pace interiore e serenità.

Non è che io rimanga colpito dalle argomentazioni teologiche, perché i loro discorsi sono quasi sempre molto elementari, ma dallo spirito di fede con cui essi trovano nella Bibbia la possibilità di una interpretazione cristiana degli eventi ed uno stimolo per viverli in maniera coerente.

Credo che questo mio entusiasmo per la semplicità, il candore e la fiducia con le quali questi cristiani confidano ai fratelli di fede le loro esperienze spirituali, derivi dal constatare che noi invece abbiamo troppo pudore ed estrema riservatezza nel confidare agli altri i nostri tentativi di carattere ascetico.

Perfino per noi preti riesce difficile trattare di queste cose quando non parliamo dal pulpito.

Sennonché qualche giorno fa è venuto al don Vecchi a far visita ad una sua vecchia parrocchiana un mio cappellano di molti anni fa; in quell’occasione egli ha approfittato per venire a trovare anche me. Dopo i soliti convenevoli e lo scambio reciproco di qualche notizia, questo prete, che penso abbia almeno una trentina di anni meno di me, prima di congedarsi mi disse: “Diciamo una preghiera assieme per i sacerdoti e per noi!”
Naturalmente accettai e finita l’Avemaria diede la sua benedizione a me e alla sua vecchia parrocchiana che l’aveva accompagnato nel mio alloggio.

Nell’andarsene, poi, chiese dove era la cappella perché sarebbero andati colà a recitare il rosario. Don Umberto, così si chiama il mio visitatore, l’ho conosciuto fin dai vecchi tempi come uomo semplice e di fede.

Comunque la preghiera detta assieme e la sua benedizione mi hanno fatto molto bene perché testimonianza di una spiritualità che nonostante i miei più di sessantanni di sacerdozio non ho ancora raggiunta.